La protezione dei locali filtro a prova di fumo

Il Decreto Ministeriale 03/08/2015 (ex. D.M. 30/11/1983) e i suoi campi di applicazione
In Italia la progettazione dei locali filtro fumo sta assumendo un ruolo di crescente importanza nell’ingegneria antincendio.
Fenomeno dovuto al ruolo centrale assunto negli ultimi anni dalla prevenzione dei danni causati dal fumo, principale causa di morte per incendio, ma anche dei progressi portati sul mercato dai produttori di tecnologie in grado di controllare sempre meglio come e quando contrastarne la diffusione all’interno di un edificio.
Ma cos’è esattamente un filtro fumo e quando è opportuno prevederlo in fase di progettazione?
Il locale-filtro a prova di fumo è un locale di collegamento utile a prevenire la possibilità che, in caso di incendio, fumi e gas di combustione provenienti da uno dei due compartimenti possano invadere il compartimento contiguo. I locali che collegano i compartimenti assumono quindi il ruolo di filtro.
Nella pratica uno dei due compartimenti è frequentemente costituito dal vano scale, che in caso di incendio, costituisce una via di esodo privilegiata, pertanto il locale-filtro in sovrappressione previene la possibilità che il fumo possa invadere il vano scale.
ATTENZIONE: è importante non confondere i LOCALI-FILTRO a prova di fumo (normati dal D.M. 03/08/2018) con i COMPARTIMENTI a prova di fumo (normati da UNI EN 12101-6), in quanto i primi si riferiscono a locali interposti tra due comparti e sono equiparabili a spazi scoperti mentre i secondi sono i compartimenti stessi. Non a caso queste due tipologie di locali rispondono a norme ben distinte.
CONTESTO NORMATIVO E SCELTE PROGETTUALI
La definizione di filtro a prova di fumo, o più semplicemente “filtro-fumo”, è contenuta nel D.M. 30/11/1983 ed è stata recentemente rivista, ampliata e integrata dal D.M. 03/08/2015. Il nuovo testo, applicabile in alternativa alla precedente formulazione, è divenuto legge grazie all’avallo della Comunità Europea e ha confermato per il nostro Paese la possibilità di tenere un locale (tipicamente il vano scala interno di un edificio) libero da fumi attraverso la protezione dei locali che ad esso danno diretto accesso.
Il decreto ministeriale prevede tre tipologie di filtri-fumo:
- CAMINO DI VENTILAZIONE: filtro fumo che ha il compito di smaltire i fumi d’incendio: dovrà essere adeguatamente progettato e possedere una dimensione interna non inferiore a 0,10 m² con sbocco al di sopra della copertura dell’opera da costruzione;
- APERTURA LATERALE: superficie utile complessiva non inferiore a 1 m² che dovrà permettere uno scambio d’aria diretto con l’esterno; dovrà essere sempre aperta o munita di una chiusura apribile. Dovrà anche essere sempre in funzione, per escludere così l’impiego di condotti.
- SISTEMA DI PRESSURIZZAZIONE: dispositivi progettati, realizzati e gestiti secondo la regola dell’arte (il pacchetto di tecniche ritenute corrette per l'attuazione di determinate lavorazioni) e che in condizioni di emergenza possano garantire una sovrappressione
di almeno 30 Pa. Questi sistemi dovranno garantire la facile apertura delle porte (capitolo S.4 del Codice) per la finalità di esodo e la completa auto chiusura delle stesse in fase di attivazione dell’impianto.
Sarà, infine, compito del professionista antincendio fare le opportune valutazioni riguardo quale sistema sia più efficace
per garantire l’effettiva funzionalità del filtro a prova di fumo.
Fermo restando che si tende generalmente a preferire i sistemi di pressurizzazione,
perché le dimensioni minime potrebbero non essere sufficienti.